Sab
14
Giu 2025
Mostra Fotografica Sergio Moscato "Sguardi di un livornese"dalla distruzione alla rinascita della città
dove: Museo di Storia Naturale del Mediterraneo - Via Roma 234 - Livorno
Il 14 giugno alle ore 17:00 si inaugura presso il Museo di Storia Naturale la mostra fotografica dal titolo: "Sguardi di un Livornese: SERGIO MOSCATO. Dalla distruzione alla rinascita della Città".
Le foto vengono presentate al pubblico per la prima volta.
Saranno esposte anche alcune fotografie che ritraggono la Livorno dell'epoca, messe a disposizione dall'Associazione Livorno Come Era.
Sergio Moscato (Livorno 1912 -- 1959) è un fotografo amatoriale -- non molto conosciuto a Livorno, se non tra gli addetti ai lavori -- che ha ottenuto importanti riconoscimenti all'estero a seguito della partecipazione a numerosi concorsi internazionali, ed è stato membro della Royal Photographic Society britannica.
Grazie alle amicizie della madre, Albertina Loria, proveniente da una agiata famiglia ebrea, molto conosciuta a Livorno e introdotta nel contesto culturale della città, egli ebbe fin da giovane contatti con musicisti, tra i quali Pietro Mascagni al quale fece un ritratto poco prima della sua morte, e con pittori affermati come Romiti e Michelozzi. Si appassionò alla fotografia indotto, forse, anche dall'amicizia con i Ciampi, che avevano la sede in via Ricasoli, proprio a pochi metri dal negozio di abbigliamento dei Loria.
L'abitudine di recarsi in bicicletta ogni giorno presso l'attività di famiglia e poi la sua, dove lavorava, gli forniva costantemente la possibilità di guardarsi intorno e trarre ispirazione per i suoi scatti.
Ebbe anche l'opportunità di conoscere Henri Cartier-Bresson nel corso di uno dei viaggi di lui in Italia, durante il quale si era fermato anche a Livorno.
Bresson, uno dei più grandi fotografi del Novecento, aveva voluto incontrarlo, favorevolmente colpito da alcune sue fotografie che aveva visto esposte nei concorsi internazionali.
La produzione di Sergio Moscato si colloca tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del Novecento. Le sue fotografie ci offrono una sintesi della realtà colta in un momento decisivo, in un mix di spontaneità e realismo, e la loro portata testimoniale rimane immutabile nel tempo e ancora oggi carica di significati.
La luce entra nell'obiettivo e fissa sulla pellicola l'attimo fuggente, facendo sì che un gesto, una situazione, un dettaglio rimangano impressi per sempre. Il fotografo, con il suo sguardo e la sua sensibilità, opera una scelta cogliendo non solo l'essenza visiva, ma anche quella emotiva della scena o del soggetto, usando il grande potere che ha la fotografia di rendere le persone protagoniste non per i loro ruoli, ma per il loro vissuto.
L'attenzione di Moscato è orientata più ai soggetti che alle cose: ci propone immagini di persone semplici immerse nella loro quotidianità. Una quotidianità spesso drammatica se si guarda alle foto dell'immediato dopoguerra quando le principali occupazioni erano quelle di procurarsi l'acqua o del cibo in una città devastata dai bombardamenti, come risulta evidente nella prima sezione della mostra nelle immagini che presentano persone che camminano su strade vuote circondate da edifici crollati e cumuli di macerie, in una luce tanto intensa, quanto straniante.
Ma i livornesi sono stati capaci di reagire, e così il pescatore intento a riparare le reti, i giovani operai che nella calura estiva si affannano a rimettere in sesto le barche, lo "stradellino" che ripristina le vie, la giornalaia che riapre un'edicola di fortuna, ci testimoniano la voglia di ricominciare, di rimettersi in piedi, di guardare al futuro come ad una risorsa.
Pier Paolo Pasolini, che venne a Livorno alla fine degli anni Cinquanta, in occasione di un viaggio durante il quale scrisse un reportage per la rivista "Il Successo", descrive i Livornesi come gente dalle «facce modeste e allegre, birbanti e oneste.
Per i lungomare disordinati, grandiosi, c'e sempre un'aria di festa (...)».
Questo desiderio di spensieratezza, nonostante tutto, lo ritroviamo già appena alcuni anni dopo la fine della guerra e successivamente negli anni Cinquanta, nelle fotografie dell'ultima sezione della mostra.
Qui le immagini ci rappresentano il tentativo di ritorno alla normalità, concedendosi qualche semplice svago, come fare un giro sulla giostra, tornare al mare sulle spiagge del Calambrone, tornare a dipingere o partire per un viaggio, chissà dove.
La foto, piena di poesia, del venditore di palloncini che torna a casa nel sole calante, dopo una giornata di lavoro, è lo specchio di una città che non ha mai perso la voglia di vivere.
La mostra è a ingresso libero e resterà aperta durante l'estate.
La mostra è stata organizzata dall'Associazione Shardan, con la collaborazione della Associazione Livorno Come Era e il patrocinio del Comune e della Provincia di Livorno, ed espone una trentina di fotografie di Sergio Moscato per gentile concessione di Mario Moscato, figlio del fotografo e socio di Shardan.
Per informazioni:
Museo di Storia Naturale del Mediterraneo
tel. 0586 266711 – https://musmed.provincia.livorno.it/portal
Shardan: www.shardan.it – info@shardan.it
Livorno Come Era: www.livornocomeera.it – info@livornocomeera.it